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Unione Europea

Eurogruppo riaccende riflettori su squilibri

BRUXELLES (di Chiara De Felice) – Mentre i Paesi della zona euro mettono a punto i loro piani di Recovery, il primo Eurogruppo del 2021 accende i riflettori su uno dei temi chiave, che i piani di rilancio dovranno affrontare: gli squilibri macroeconomici. Tutt’altro che spariti dall’agenda, rientrano nelle priorità dei ministri europei perché la pandemia li ha accentuati (come il debito italiano) e, ragionano a Bruxelles, con l’aiuto del Recovery è venuto il momento di affrontarli. Soprattutto per quei Paesi, come Italia e Spagna, che hanno gli squilibri maggiori e del Recovery prenderanno la fetta più grande.

Ai ministri verranno posti due quesiti durante la riunione di lunedì: dovranno dire se il Covid ha avuto un impatto negativo rispetto agli squilibri pre-crisi, e quali sono le strategie che servono per affrontarli. La prima risposta è scontata. “In questi anni i Paesi dell’Eurozona hanno fatto sforzi per ridurre gli squilibri, ma con il Covid gli sforzi si sono fermati, la situazione è certamente peggiorata e ancora non ne vediamo l’impatto finale”, spiegano fonti europee che preparano la riunione dell’Eurogruppo. “Sfortunatamente – aggiungono le fonti – i Paesi che avevano maggiori squilibri sono anche quelli più colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia, come il blocco dei trasporti e del turismo. Questo ha portato ad un aumento del debito pubblico e privato, avrà effetti sulla produttività e sui bilanci delle banche”. Il timore, insomma, è che gli squilibri così aggravati “trattengano la ripresa e portino ad ulteriori divergenze della zona euro”. Per questo l’Eurogruppo vuole rimettere al centro il tema, affinché si leghi fin da subito a quello del Recovery. “I Paesi devono elaborare strategie per aumentare la crescita potenziale, ridurre gli squilibri, fare riforme essenziali. Il Recovery fund sarà un quadro importante per attuare tutto questo”, spiegano le fonti.

E gli occhi sono puntati sui maggiori beneficiari delle sovvenzioni Ue. “C’è una correlazione tra le vulnerabilità esistenti, l’incidenza della pandemia e la distribuzione del Recovery fund, che è sbilanciata verso quei Paesi con più vulnerabilità. Loro avranno più soldi e mi aspetto che siano anche i più diretti negli interventi”, spiegano le fonti. Del resto, le regole del Recovery fund prevedono un legame molto stretto con gli squilibri macroeconomici: qualora la Commissione dovesse aprire una procedura per squilibri eccessivi contro un Paese (l’Italia ci andò vicino tre anni fa a causa del debito), il Consiglio potrebbe decidere di tagliargli i fondi Ue.

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