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Scuola: Azzolina, al lavoro per chiudere questa parentesi

“Oggi celebriamo la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, per ricordarci sempre che proteggere e tutelare i più piccoli è un dovere, oltre che una responsabilità collettiva. La scuola è il luogo per eccellenza dove trovano le risposte ai loro perché. La scuola è il posto dove bambini e ragazzi possono sentirsi al sicuro. Per loro, per la scuola che tanto amiamo e per tutto il nostro Paese, continuiamo a lavorare affinché si chiuda presto questa parentesi delicata che ci ha messo alla prova. Bambini e adolescenti hanno diritto di vivere, scoprire e crescere insieme, divertendosi, e devono tornare a farlo presto. Facciamo in modo che la loro luce splenda sempre. Per noi è un dono. Per loro un diritto”. Lo scrive su fb la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

“Nonostante le distanze e anche un pò di preoccupazione – sottolinea la ministra – i nostri piccoli e i nostri adolescenti non si sono arresi, la loro infinita curiosità e la loro voglia di imparare non si sono arrestate neanche davanti alla pandemia. Come sempre, resilienti e genuini sono riusciti ad insegnarci molto di più di quanto potremmo fare noi”. “La scuola è il posto dove bambini e ragazzi possono sentirsi al sicuro, accolti, compresi e stimolati, grazie al lavoro incessante dei docenti, dei Dirigenti e di tutto il personale ATA a cui va il mio sentito grazie”, conclude Azzolina.

Umbria proroga la didattica a distanza per le secondarie  – Prorogata in Umbria fino al 29 novembre la didattica a distanza per le scuole secondarie di primo e secondo grado statali e paritarie. Lo prevede un’ordinanza firmata dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, anche in considerazione del parere espresso dal Comitato tecnico scientifico regionale. Il provvedimento è in vigore da lunedì prossimo, 23 novembre, sino al 29 novembre ed estende la validità delle misure già in essere.

In strada contro la dad, torna la protesta a Torino  – Sono circa una trentina gli studenti che questa mattina si sono ritrovati davanti al liceo Gioberti, nel centro di Torino, per la manifestazione ‘School for future’. In via Sant’Ottavio è il secondo venerdì che si danno appuntamento, mentre c’è chi come Maia, 16 anni, porta avanti la protesta tutti i giorni ormai da un mese. Nonostante la circolare della dirigente scolastica Miriam Pescatore, che vieta la dad in luogo differenti dalla propria abitazione, i ragazzi anche oggi hanno scelto di seguire la didattica a distanza fuori dall’istituto.

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“Oggi siamo in tanti e la cosa mi rende felice – commenta Maia -. Prima ero solo io e poi si è aggiunta gente. Spero che questo serva allo Stato a capire quanto teniamo a ritornare a scuola. Non è un nostro capriccio, crediamo ci siano davvero delle serie problematiche legate alla didattica a distanza. Abbiamo avuto anche l’appoggio della ministra Azzolina, quindi speriamo venga fatto qualcosa per farci tornare in classe al più presto in sicurezza”. Fuori dalla vicina scuola media Italo Calvino seguono la Dad Anita e Lisa. Anche loro sono state redarguite con una lettera dalla dirigente scolastica, Lorenza Patriarca. “Abbiamo risposto con una lettera privata – rivela la mamma di Anita – al momento non è il caso di dare altre risposte”.

Video di piccoli alunni di Bari: ‘Il virus non ci fermerà’ (di Vincenzo Chiumarulo) – Il futuro del mondo è nelle mani dei bambini ma sono proprio loro, in questa pandemia, a pagare il prezzo più alto, perché rischiano di perdere i diritti fondamentali, tra cui quello di studiare, tutti insieme, in una scuola. Per questo in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la dirigente dell’istituto comprensivo ‘Japigia 1-Verga’ di Bari, Patrizia Rossini, ha deciso di far realizzare a docenti e alunni un video in cui raccontare questa nuova condizione di vita. Una condizione in cui la perdita della ‘normalità’ rischia di minare la serenità dei più piccoli.

Il video comincia con l’immagine di un’aula vuota: sui banchi non ci sono colori e disegni, ma solo la boccetta di un disinfettante per le mani. Le docenti, allora, si chiedono “dove sono finiti i bambini? Il loro mondo è stato stravolto, e nessuno ci ha fatto caso”, rilevano. L’immagine poi si sposta nel cortile della scuola ma anche qui non c’è traccia dei giovani alunni che rischiano di sentirsi “isolati” ed “emarginati”.

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