
BRUXELLES – E’ scontro aperto tra Parlamento europeo e Consiglio sul negoziato per arrivare a un accordo sul bilancio Ue 2021-2027 e il piano Next Generation Eu (NGEU), di cui il Recovery Fund è il principale pilastro. Uno stop che fa aumentare il rischio di uno slittamento di tutto il pacchetto e su cui sempre più probabilmente il vertice europeo del 15 e 16 ottobre prossimi sarà chiamato a intervenire. Al centro della contesa c’è la richiesta del Parlamento per aumentare gli stanziamenti previsti nella proposta di bilancio su ben 15 capitoli di spesa, tra cui i programmi per la digitalizzazione, il lavoro e il sociale. Ma anche l’obiettivo di rafforzare il legame tra rispetto delle regole dello stato di diritto ed erogazione dei fondi europei, un tema ‘caldo’ che tocca direttamente Polonia e Ungheria, Paesi sotto osservazione per le norme con cui, secondo la Commissione, sono stati messi in discussioni alcuni principi democratici fondamentali.
Che tra i negoziatori non ci fosse un clima favorevole al raggiungimento di un’intesa si era già capito a inizio giornata ieri, quando una nota del Parlamento Ue aveva definito “deludente” la proposta di mediazione avanzata dalla presidenza di turno tedesca dell’Ue. In serata poi la situazione è precipitata dopo l’interruzione delle trattative decisa dalla delegazione del Pe. Una decisione giudicata “deplorevole” da parte della presidenza tedesca. Che ha accusato gli europarlamentari di poca disponibilità al compromesso. A stretto giro la replica del portavoce del Pe, Jaume Duch: “Impossibile andare avanti in mancanza di una valida proposta da parte della presidenza tedesca”. “Rifiutarsi di muoversi” rispetto alle posizioni iniziali, si legge in una nota diffusa in serata all’Europarlamento, “non è negoziare”. Si potrà tornare a sedersi intorno al tavolo solo quando ci sarà, da parte del Consiglio, la reale volontà di trovare un accordo”. La delegazione dei negoziatori del Pe ha sottolineato che poco dopo l’avvio del settimo round di trattative con Consiglio e Commissione ci si è resi conto “di non avere altra scelta se non quella di interrompere la riunione. Progressi sono stati fatti con concessioni da entrambe le parti – si legge ancora nella nota diffusa dai negoziatori del Pe – ma sulle questioni principali abbiamo già perso molto tempo senza fare progressi. Nessun compromesso sarà possibile finché il Consiglio continuerà a non prendere in considerazione l’aumento del tetto delle spese previste dal bilancio pluriennale e senza collocare i costi per Next generation al di fuori dei massimali del bilancio”.
“Ieri il Parlamento europeo ha detto alla presidenza tedesca che non possiamo accettare una piccola proposta sul tavolo dove non ci sono nuovi soldi. Noi vogliamo un buon accordo, veloce ed in tempi brevi, entro la fine di ottobre, con un Quadro finanziario pluriennale (Qfp) più forte, e non più piccolo. La soluzione sono le risorse proprie, ma allo stesso tempo vogliamo che si avvii la ratifica rapida del NextGenerationEu, noi non la stiamo bloccando e non capiamo perché la presidenza tedesca non avvii la ratifica“, ha affermato nel corso di una conferenza stampa l’eurodeputato Pierre Larrouturou, relatore per il bilancio 2021, che interviene sullo stallo nei negoziati fra il Parlamento europeo ed il Consiglio sul negoziato per arrivare a un accordo sul bilancio Ue 2021-2027 e il Recovery plan. “Lavoreremo giorno e notte – ha aggiunto – vogliamo un accordo in tre settimane. Il parlamento vuole soldi nuovi per i programmi faro come la digitalizzazione, il lavoro e il sociale e non accetteremo tagli”. Larrouturou ha quindi sollecitato il Consiglio a prendere delle “decisioni, non di fare dei brainstorming”.
