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Elisabetta Sgarbi, guardo il mondo in Extraliscio

BELLARIA – Elisabetta Sgarbi guarda il mondo in Extraliscio. “Per me è diventato un modo di pensare, che poi è quello che ho sempre avuto. Cioè di prendere delle strade che non sono la retta via. Di andare da un’altra parte perchè là sicuramente c’è impegno” racconta all’ANSA la fondatrice, con Umberto Eco, de La nave di Teseo, l’ideatrice de La Milanesiana e la regista di tanti film documentari. L’ultimo è ‘Si ballerà finchè entra la luce dell’alba- Extraliscio Punk da balera’, dedicato alla band musicale composta da Moreno ‘Il Biondo’ Conficconi, Mauro Ferrara, voce di ‘Romagna mia’ nel mondo, e Mirco Mariani, evento clou del 38/mo Bellaria Film Festival, diretto da Marcello Corvino, che si è concluso il 27 settembre con 3.200 presenze, nonostante l’emergenza sanitaria, e Premio alla Carriera a Sandra Milo.

Co-sceneggiato con Ermanno Cavazzoni, anche voce narrante, e prodotto dalla sua Betty Wrong con il contributo della Regione Emilia Romagna, il film, diretto dalla Sgarbi, con aiuto regista Eugenio Lio, è sbarcato in anteprima alle Giornate degli Autori della 77/ma Mostra del Cinema di Venezia ed ha vinto il premio Siae. Ma come è nato il rapporto con gli Extraliscio? “Li ho scoperti grazie a Cavazzoni e ho preso quella che lui chiama una sbandata. Non esisteva altro che questa ossessione, mettere insieme un racconto intorno a loro” dice la Sgarbi che con Cavazzoni ha scritto una partitura in 4 parti in cui ci sono anche, tra gli altri, Orietta Berti, Biagio Antonacci e Jovanotti. Nella pandemia, il liscio, la musica, sono state un antidoto alla paura? “Le orchestre del liscio vivono una situazione molto difficile, proprio a causa dell’emergenza Covid che ha reso impossibili le loro esibizioni. Paradossalmente buona parte delle riprese, montaggio e promozione del film hanno coinciso con l’emergenza Covid e ho avuto l’impressione che questo vasto mondo delle orchestre si stringesse intorno a questo film. Però bisogna che lo Stato aiuti questo mondo particolarmente penalizzato”.

Ma cos’è il cinema per la Sgarbi? “E’ libertà. Sono una ribelle per natura, vivo in gabbie continue che sono il mio lavoro, che è bellissimo, però devo far quadrare i conti. Nel cinema sovverto le regole. Tanto è vero che questo film non ha un produttore se non Betty Wrong, Betty sbagliata, che è quella giusta”. Lo hai dedicato a tua madre, amava ballare? “Mio padre ballava molto bene, tanto che gli Sgarbi del suo ramo erano chiamati ‘Ballarin’. E di mia madre si narrava in famiglia che, durante la guerra, il prefetto violò il coprifuoco per fare ancora un ballo con lei”.

A che punto è il film di Pupi Avati ispirato al libro di tuo padre? “Sono in fase di montaggio. Ho seguito una parte delle riprese. Alcune sono state molto dure da vedere, perché riguardavano la scomparsa di mia madre che ha dato origine a ‘Lei mi parla ancora’, il libro a cui si è ispirato Avati. Qui gli attori dei miei genitori adulti sono Pozzetto e Stefania Sandrelli. Mentre commoventi per bellezza sono le immagini dei miei genitori da giovani, che io non ho mai visto veramente, per cui la mia visione della finzione è realtà”. Le donne registe hanno più difficoltà a farsi rispettare sul set? “Non credo. Certamente il set è una macchina complessa e serve molto carattere. Però è anche una catena di comando molto più chiara di altre sfere della vita professionale”. In generale, le donne sono discriminate nella carriera? “Ancora ci sono alcune battaglie da fare e vincere, ad esempio in politica. Un presidente della Repubblica donna o un capo del Governo devono ancora arrivare in Italia. Però come dico spesso, quando ho subito un sopruso da parte di un uomo, prima mi sono arrabbiata e ho reagito, poi ho pensato di essere una donna”.

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Qual è la situazione nel mondo editoriale dopo il lockdown? E le strategie de la Nave di Teseo? “Sta lentamente recuperando, ma perdere il 5% anno su anno è molto grave. La nave di Teseo ha avuto la ‘fortuna’ di avere libri importantissimi, e poi la vittoria al Premio Strega con il ‘Colibrì’ che viaggia verso le 300.000 copie e che abbiamo venduto in oltre 30 paesi. La strategia la fanno i libri. Ora è appena uscito il nuovo romanzo di Andrea De Carlo, ‘Il teatro dei sogni’, uno dei suoi più riusciti. Ci sono i nuovi romanzi di Mauro Covacich, ‘Colpo di lama’ e di Elena Lowenthal, ‘La carezza’. E la Sgarbi come ha vissuto la pandemia? ” Ho lavorato ancora di più. Progettato le uscite editoriali e la Milanesiana. Ho finalizzato il film su Extraliscio. E si’, Extraliscio mi da’ una gioia diversa, piena di energia. Sono certa che, continuando a divertirsi e a divertirci, andranno molto avanti” dice la Sgarbi che il 7 ottobre a Mantova ritirerà il Premio Federazione Italiana Cinema d’Essai.

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