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True mothers, madri vere e imperfette

(ANSA) – ROMA, 18 SET -Due madri, una troppo giovane e traumatizzata, e l’altra che vive la maternità attraverso l’adozione, sono le intense protagoniste di True Mothers, il dramma familiare di Naomi Kawase , che dopo essere stato incluso fra i film ‘col bollino’ di Cannes (la lista dei titoli che avrebbero debuttato sulla Croisette, se il festival non fosse stato annullato per il Covid) arriva in anteprima al Toronto Film Festival. Tratto dal romanzo del 2015 della scrittrice Mizuki Tsujimura, True mothers porta la grande cineasta giapponese a riaffrontare uno dei temi alla base del suo cinema (esplorato con documentari e film) e legato alla sua vita, essendo stata abbandonata dai genitori naturali, e poi adottata e cresciuta dai prozii. Il film, mescolando diversi piani temporali, sfumati da una fotografia immersa nella luce, porta il pubblico nella vita di Satoko (Hiromi Nagasaku) donna borghese, discreta quanto decisa, con il marito Kiyokazu (Arata Iura) non riesce a realizzare il sogno di avere un figlio, neanche dopo vari trattamenti medici. Quando Satoko e Kiyokazu sembrano ormai rassegnati e in crisi, arriva una nuova speranza da un servizio televisivo su un’agenzia di adozioni, la Baton baby, che nella visione della direttrice (Miyoko Asada), offre a ragazze rimaste incinte troppo giovani l’opportunità di lasciare i figli a che possono garantirgli un futuro migliore. La coppia adotta il piccolo Asato, figlio della 14enne Hikari (Aju Makita), ancora ingenua rispetto alla vita e messa incinta dal primo amore, poco più grande di lei: una vergogna che la famiglia non le perdona. Sei anni dopo Hikari, che non ha mai superato il trauma di quel figlio toltole senza darle realmente la possibilità di capire cosa stesse succedendo, in un presente sempre più instabile e con varie ombre (non manca un tocco di noir, ndr) è sempre più intenzionata a tornare nella vita del bambino. Satoko intanto deve cercare il giusto equilibrio, tra una vita solo apparentemente perfetta, e quel figlio intelligente e silenzioso, che inizia a darle qualche preoccupazione. “Parlo di un sistema che esiste in Giappone chiamato adozione speciale (che garantisce, nel rispetto di particolari condizioni, più restrittive, il trasferimento integrale di diritti e doveri genitoriali dai genitori biologici a quelli adottivi, ndr)” – ha spiegato la regista presentando True mothers online -. Il film racconta come i tre personaggi principali, le due madri e il bambino che le unisce, “si vedano a vicenda”. In questo momento “in cui il mondo si confronta con il coronavirus e fra le persone esistono molte restrizioni sarei molto felice se dal film arrivasse il messaggio ‘non c’è notte senza alba’ – aggiunge -. Abbiamo tutti la capacità di accettare le nostre differenze e di trovare un’unione . Allo stesso modo però siamo ugualmente capaci di lottare tra noi e di non accettarci. Ma se proseguiamo così, come faranno gli esseri umani andare avanti in futuro? E’ una domanda che spero il film vi ponga”.

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