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Benigni, io il Geppetto preferito di Coppola

 “Coppola mi disse che ero il suo Geppetto preferito nel mondo”. Il premio Oscar Roberto Benigni si è raccontato al Bif&st di Bari, tra ricordi dell’infanzia, aneddoti familiari e incontri straordinari con i grandi del cinema hollywoodiano.
    “Quando mi trovavo negli Stati Uniti per promuovere ‘La vita è bella’ – così Benigni sul palco in piazza Libertà – andai a trovare il mio amico Tom Waits: viveva in un posto sperduto in una specie di stamberga dove ci pioveva dentro, un vero maledetto. Qui mi raggiunse una telefonata con l’invito a cena di Robin Williams, in cui ci sarebbero stati due o tre amici suoi: erano Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e Robert De Niro, altro che la casa di Tom Waits. Coppola parlava solo in napoletano, anzi parlava italiano attraverso le canzoni napoletane. A un certo punto mi chiese: ‘what do you think about Geppetto?’. Pensavo fosse un’altra battuta in napoletano e invece mi stava offrendo un ruolo nel suo film su Pinocchio che stava preparando. Ci siamo incontrati altre due o tre volte, finché la sua casa di produzione, la Zoetrope, è fallita e lui ha dovuto abbandonare il progetto”.
    Un’altra di quelle serate nell’America hollywoodiana, Benigni la passò con Liz Taylor, che “voleva assolutamente incontrarmi – ha detto – perché lei e suo marito Rod Steiger avevano amato molto ‘La vita è bella’. A un certo punto Steiger mi prende sotto braccio e mi dice se potevo far lavorare sua moglie Liz Taylor, se potevo scrivere qualcosa per lei. Se nella vita mi avessero detto che un giorno qualcuno mi avrebbe chiesto di far lavorare Liz Taylor, non ci avrei creduto”.
    I ricordi, dopo quel periodo legato all’Oscar “inaspettato” per “La vita è bella” – film “che tutti mi dicevano di non fare perché era un argomento intoccabile, poi per un comico puro come me…” -, arrivano al suo ultimo film da regista, nel 2005, “La tigre e la neve”. Da allora Benigni ha detto tanti no, tranne a Matteo Garrone (“Pinocchio”) e, prima di lui, a Woody Allen (“To Rome with love”), che lo ha citato nella sua recente autobiografia.
    “Sono rimasto davvero impressionato: in un libro che descrive la sua vita è incredibile che abbia dedicato mezza pagina a me”, dice Benigni parlando di Allen. “Solo che, nel libro – precisa – lui dice di avermi regalato una copia del Satyricon invece era del Decamerone, in cui c’è una novella con due personaggi meravigliosi che avremmo potuto interpretare insieme”. Per Benigni, Woody Allen è “uno dei grandi contemporanei: se si ricorderà quest’epoca ci sarà sicuramente anche il suo nome, per fantasia, inventiva. Un grandissimo regista, un pensatore”.
    (ANSA).
   

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