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Enzo Biagi, 100 anni fa nasceva il Testimone del tempo

ROMA – ‘Testimone del tempo’, autore di oltre ottanta libri e di interviste che hanno scritto la storia del ‘900, inventore del primo rotocalco televisivo, ma anche “il primo direttore di tg ad affidare la conduzione a un giornalista, o a convincere l’allora direttore generale Bernabei a consentire alle troupe di alloggiare negli stessi hotel e a mangiare negli stessi ristoranti dei giornalisti: un modo per scambiarsi le idee, sentirsi più squadra, velocizzare i servizi”. E ancora, “il cronista che ha rivoluzionato il linguaggio televisivo: senza Linea diretta, senza Il fatto, forse Report e tanti altri programmi di inchiesta non ci sarebbero stati, o avrebbero avuto un volto diverso”. Loris Mazzetti è convinto che “raccontare il suo lavoro” sia il modo migliore per ricordare Enzo Biagi a 100 anni dalla nascita, il 9 agosto 1920 a Lizzano in Belvedere, in località Pianaccio.

E se il paesino in provincia di Bologna si prepara a celebrare il centenario aprendo, proprio il 9 agosto, il ristrutturato museo-centro di documentazione Enzo Biagi e una mostra fotografica, presentando il francobollo dedicato al giornalista e inaugurando, sempre a Pianaccio, ‘Via Enzo Biagi’, in tv l’omaggio al giornalista – morto a Milano il 6 novembre 2007 – parte su Rai3 l’8 agosto in seconda serata con ‘La mia virgola. Enzo Biagi alla scoperta del mondo’, il documentario di Matteo Parisini che ripercorre la vita e la carriera di Biagi attraverso le grandi interviste, i programmi tv, i documentari. Domenica 9 agosto, alle 13, sempre su Rai3, la replica di ‘Biagi e Benigni. La strana coppia’, lo speciale curato dallo stesso Mazzetti per la serie ‘Per Enzo Biagi: le grandi interviste’: in primo piano, il rapporto di amicizia e di stima tra i due, dal 1976, quando Biagi cominciò a raccontare Benigni per la carta stampata, al 1985, primo incontro di fronte alla telecamere di Linea diretta, fino all’intervista al Fatto del 2001, prima dell’editto bulgaro di Berlusconi che nel 2002 costò al giornalista l’allontanamento dalla Rai. Alle 18, ancora su Rai3, viene riproposto ‘La mia virgola’, mentre in seconda serata su Rai1 lo Speciale Tg1, a cura di Daniele Valentini, è dedicato ai 100 anni di Biagi.

“Dal 2017, quando sono tornato a Rai3 – racconta ancora all’ANSA Mazzetti, storico collaboratore di Biagi, autore, regista, scrittore, firma del Fatto quotidiano – ho realizzato 31 speciali su Enzo, a partire dai dieci anni dalla morte, passando per Cara Italia, Giro del mondo, le Grandi interviste. Mi è sembrato il modo giusto di chiudere una storia che ha visto una grande battaglia e un unico vincitore della guerra: Biagi. E mi piace ricordare che quando nel 2007, qualche mese prima di morire, ritornò sugli schermi Rai con RT, dimostrò di essere rimasto se stesso dicendo: ‘Scusate, sono tanto contento di rivedervi. E confesso che sono anche commosso. Ma c’è stato qualche inconveniente tecnico che ci ha impedito di continuare il nostro lavoro. L’intervallo è durato cinque anni. Mi aveva avvolto la nebbia della politica’. Solo poche parole, senza polemica, perché c’erano i fatti da raccontare”.

Un esempio “ineguagliabile di stile, sobrietà, ma anche fermezza, capacità di aprire ‘tutte le porte’. Penso ai colloqui con Ali Agca, con Gheddafi, Fava, Dalla Chiesa. Penso al serial killer Gianfranco Stevanin che iniziò l’intervista negando le sue responsabilità e la finì chiedendo scusa ai familiari delle vittime. O al lampo nello sguardo di Francesca Mambro – ricorda ancora Mazzetti – quando Enzo le chiedeva conto dell”esecuzione’ di un carabiniere. Chi intervisterebbe oggi? Donald Trump, con la stessa passione che lo ha spinto sempre a fare le domande decisive”. “Ho un solo rammarico – conclude -: forse in questi anni non è stato fatto abbastanza, e penso in particolare alla carta stampata – per Biagi e per tutto quello che ha dato ai lettori, agli spettatori e alla storia del giornalismo”.

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