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Big tecnologici al Congresso Usa, al via la guerra antitrust

L’evento dell’anno va in scena a Washington. E più precisamente in Congresso dove, per la prima volta, Big Tech al gran completo si presenta via videoconferenza. Gli amministratori delegati di Apple, Amazon, Google e Facebook – Tim Cook, Jeff Bezos, Sundar Pichai e Mark Zuckerberg – sono chiamati a testimoniare davanti alla politica americana al termine di 13 mesi di indagini sulla Silicon Valley e 1,3 milioni di documenti consegnati. Dovranno giustificare le loro pratiche di business e le loro parole incideranno su possibili casi antitrust nei confronti dello loro aziende.
    L’elenco delle lamentele verso Big Tech è lungo e variegato ma la critica comune a tutte e quattro, che complessivamente hanno un valore di mercato di quasi 5.000 miliardi di dollari, riguarda la concorrenza e l’uso della forza per soffocare i rivali più piccoli.
    Per Jeff Bezos si tratta di una prima assoluta: la sua Amazon è accusata di abuso di posizione dominante sia come venditore al dettaglio sia come piattaforma che ospita venditori terzi. Cook deve invece difendere Cupertino all’accusa si usare il pugno duro sull’App Store per bloccare i rivali e costringere le app a pagare elevate commissioni. Google e Facebook sono accusate di essere divenute forze dominanti nei social media e nella ricerca online schiacciando o acquistando le rivali.
    “Crediamo nella democrazia, nella libertà d’espressione, nella concorrenza e dell’inclusione sui quali si fonda l’economia Usa”, dirà Zuckerberg. “Non ci sono garanzie che questi valori vincano. La Cina ad esempio costruisce la sua versione di internet su valori diversi ed esporta questa visione in altri paesi”. Nel suo discorso, invece, Bezos ammetterà che “Amazon debba essere esaminata. Dovremmo scrutare e valutare tutte le gradi istituzioni, siano queste aziende, agenzie governative o no profit. La nostra responsabilità è assicurarci di superare l’esame”. 
   

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