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Charlize Theron, voglio raccontare il caos negli esseri umani

Premio Oscar nel 2004 per il ruolo di una serial killer in Monster (più altre candidature per North Country nel 2005 e quest’anno per Bombshell) Charlize Theron, oltre a essere un’interprete intensa, e ironica, si è conquistata negli ultimi anni anche il titolo di regina dei film d’azione, dall’iconico Mad Max: Fury Road (2015) ad Atomic Blonde (2017), fino a The Old Guard (di cui ha da poco annunciato anche il sequel) fantasy action su guerrieri (quasi) immortali che ha da poco debuttato su Netflix, diventando uno dei film più visti di sempre sulla piattaforma. In attesa di ritrovarla sul grande schermo in Fast & Furious 9 in arrivo nel 2021. Proprio sul suo percorso nel genere si è concentrato il panel di cui è stata protagonista a Comic-con@home, la serie di eventi online, tra cinema, fumetti e tv organizzata dalla grande kermesse californiana del Comic-Con, che per il coronavirus ha dovuto annullare l’edizione ‘in presenza’.

“Nell’interpretare un ruolo mi attira soprattutto il racconto del caos nella vita degli esseri umani – spiega -. Mi ricordo di quanto si parlasse anni fa della mancanza di personaggi femminili complessi. Ero così gelosa di De Niro e Jack Nicholson che avevano la possibilità di recitare ruoli di persone così devastate. E penso che nella società ancora sopravviva in parte la visione stereotipata della rappresentazione delle donne in due estremi, come Madonne o prostitute.Ancora molti non hanno il coraggio di esplorare tutto ciò che c’è in mezzo. E questo mi rende molto triste, perché noi donne siamo molto più complicate di quanto mostrino quelle due immagini” spiega.

“La nostra forza può venire dai nostri errori e le nostre fragilità, ed è l’aspetto che ci rende interessanti”. Molti descrivono l’attrice e produttrice come una donna che non ha paura di nulla, “ma in realtà, anche se non lo mostro, la mia creatività è legata alle mie paure. E queste sono anche il mio motore” Come attrice “non mi interessano personaggi di eroine a tutto tondo, ma donne che siano sopravvissute, in cui ci si possa riconoscere”. Allo stesso modo nella vita “le persone che mi ispirano non sono quelle che si vedono come eroi”. Charlize Theron ha sempre amato il genere action: “Sono cresciuta con una mamma appassionata dei film di Chuck Norris e Charles Bronson e mio padre amava i film di Mad Max. Guardavo da bambina soprattutto film di genere, aggiungendoci un po’ di drammi come Kramer contro Kramer o La scelta di Sophie, che ho visto quand’ero ancora decisamente troppo piccola, tra gli 8 e i dieci anni”. E in questo “si riassume anche il percorso della mia carriera. Ho sempre sentito un’affinità con tutti i generi e voglio interpretarli tutti”. La prima occasione per lei di recitare un film action da protagonista è arrivata dopo l’Oscar nel 2004 per Monster, “con Aeon Flux. Allora però c’erano ancora molti pregiudizi sulle donne in quel genere, e visto che film non è andato bene come tutti sperassero, pensavo che non mi avrebbero dato un’altra opportunità così”. Solo con Max Max: Fury Road “ho capito quanto potessero essere ampie le prospettive per le donne, in questo genere di storie”. Così anche come produttrice “ho iniziato a cercarle e svilupparle”.

Negli ultimi anni “le cose sono veramente cambiate per le donne nell’action e il pubblico ha dimostrato di amare questi film e questi personaggi”. I preconcetti “stanno cadendo: ad esempio in Atomic Blonde c’erano scene di combattimenti di sette-10 minuti senza interruzione ed è una cosa molto complessa da fare, ma volevamo dimostrare quanto fosse ridicola l’idea che le donne non potessero combattere in modo realistico come gli uomini”.

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Quando giri “quelle scene senza trucchi ma con autenticità, come ha fatto anche George Miller in Mad Max: Fury Road, il pubblico se ne accorge. E negli ultimi anni si è alzata molto l’asticella della qualità, anche grazie anche ad altre autrici, attrici e registe, come Patty Jenkins (Wonder Woman)”.
Proprio l’esperienza in Mad Max per l’attrice è stata fondante: “Ha rappresentato una sfida per tutti noi, la fisicità era molto reale. Girare è stato estenuante. Sono molto orgogliosa del personaggio di Furiosa, lo considero il più bello che abbia mai interpretato. La trovavo così vera. Mi ha riportato alla prima volta che ho visto Sigourney Weaver interpretare Ripley (in Alien), con la sua interpretazione mi ha aperto un mondo. Immaginare che qualcuno oggi si possa sentire ugualmente ispirato guardando Furiosa in Mad Max mi rende incredibilmente fiera”.
   

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