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La Sinfonia Del Destino per il nuovo ponte di Genova

(ANSA) – GENOVA, 21 LUG -Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la ascolterà già questa sera nel koilon dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma eseguita anche in questo caso dall’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. Ma quella che sarà eseguita qui a Genova il 27 luglio, sotto il nuovo Ponte di Genova, sarà una ‘Quinta’ di Beethoven diversa. Ugualmente straordinaria, ma diversa. Emozionante, senza dubbio alcuno in attesa dell’inaugurazione che avverrà il 3 agosto. Il ponte di Genova, 43 vittime nel crollo avvenuto il 14 agosto 2018, rappresenta tante cose. E’ stato e sempre sarà un insieme di simboli, dal momento del crollo fino a quello della ricostruzione. Simboli più diversi: morte e rinascita, frattura e riunione, il simbolo di una città ferita a morte che sa rimettersi in piedi, il simbolo dell’ineluttabilità del destino e della fallibilità umana ma anche del coraggio. Il passaggio dal buio del dolore alla luce di un’alba fatta di riscatto. La Quinta sinfonia di Beethoven si intitola ‘Il Destino’, appunto. E rappresenta il percorso di un’anima che soffre la paura, la perdita fino a arrivare alla vittoria, a ritrovare il sé. Chiunque conosca la storia del Ponte la potrà rileggere in quelle note, potrà ascoltare quel monumento della musica a occhi chiusi e rivedere passo dopo passo le tappe di una tragedia indimenticabile: dal giorno in cui il Morandi si spezzò in due cancellando, tra la pioggia e le macerie, 43 vite fino al giorno in cui tre persone hanno camminato sul nuovo ponte fatto che sembra una nave. “Sara’ un evento molto emotivo – aveva detto nei giorni scorsi il maestro Pappano -: celebrare la grande vittoria della costruzione ma anche il lutto. In nome dell’arte e di Beethoven”. Sarà un evento al quale parteciperanno in tanti, anche se sarà a numero chiuso. Il Presidente Mattarella e il premier Conte, alcuni ministri, il sindaco e commissario straordinario Marco Bucci, il governatore Giovanni Toti, gli ad delle maggiori aziende che questo ponte hanno costruito Giuseppe Bono per Fincantieri e Pietro Salini per Webuild. Non ci saranno i parenti delle vittime. E ci saranno loro: i mille uomini e donne che quel ponte l’hanno costruito, giorno dopo giorno, in un tempo incredibilmente breve, lontano dalle loro famiglie, con lo spettro del Covid-19 sempre presente. I loro nomi saranno incisi su una lastra di metallo affissa a una delle pile del ponte. Come i nomi delle 43 vittime. Per questo quel concerto non sarà una festa né una commemorazione, sarà un tributo di cui rimarrà per tanto e tanto tempo una straordinaria eco. (ANSA).

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