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Catalfo, ancora da pagare 87mila lavoratori, 97% coperti

 “Con riferimento ai pagamenti effettuati risulta che, alla data del 7 luglio: sono 3.120.499 i lavoratori per i quali è stato chiesto il pagamento di almeno un’integrazione salariale mensile; di essi, 3.031.495 sono stati già pagati; ammontano a 89.004 quelli che devono ancora essere pagati. Risulta quindi pagato il 97,1% dei lavoratori aventi diritto”. Così la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, rispondendo al Quesito Time alla Camera dei deputati. “Rispetto al totale dei 3,1 milioni per i quali è stata presentata domanda di pagamento delle prestazioni al 7 luglio scorso, l’Istituto deve ancora erogare 370.976 integrazioni salariali mensili”. Così la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, con riferimento ai dati dell’Inps. “Con specifico riferimento, poi, alla cassa integrazione in deroga, l’Istituto ha potuto iniziare a lavorare alle domande a partire dalla fine del mese di aprile 2020: ciò è dovuto anche alle difficoltà di alcune regioni gravate da una ingente quantità di richieste di autorizzazione decisamente superiore rispetto all’impegno ordinario. Inoltre, alcune domande formalmente in giacenza presso l’Inps non possono essere lavorate perché, presentando vizi di procedura, devono prima essere annullate dalle stesse Regioni”, spiega Catalfo. “In molti casi, invece, il ministero del Lavoro e l’Inps, grazie ad un proficuo dialogo con gli esponenti aziendali e gli intermediari previdenziali, sono intervenuti per correggere anomalie e complessità procedurali, determinando così uno snellimento delle procedure” Ecco che, sottolinea, “alla luce dei dati forniti, tenuto conto delle circostanze eccezionali in cui l’Inps è stato costretto ad operare, e senza voler in alcun modo sminuire la portata delle conseguenze che ogni ritardo nei pagamenti genera ai danni dei lavoratori, posso assicurare che è stato e sarà compiuto il massimo sforzo da parte del ministero del Lavoro e dell’Inps per tutelare i lavoratori e scongiurare il pericolo che la pandemia determinasse effetti disastrosi e irreversibili sull’economia nazionale”. Durante l’emergenza epidemiologica, sia il ministero che l’Inps, rimarca, “hanno dovuto affrontare per mettere in atto rapidamente un piano di sostegno al reddito adeguato per oltre 12 milioni di beneficiari, di cui oltre 4 milioni di lavoratori autonomi e liberi professionisti, 5,5 milioni di dipendenti privati, 500mila cittadini richiedenti bonus babysitter e centri estivi, 460mila lavoratori richiedenti congedi parentali e congedi 104 e 400mila nuclei che hanno richiesto il Rem”. In un contesto “di piena emergenza le procedure esistenti, tradizionalmente lente e farraginose, sono state semplificate e accelerate ma a causa della eccezionalità della situazione che stiamo attraversando si è generato un sovraccarico di domande e pratiche senza precedenti”, dice in risposta all’interrogazione posta da Camillo D’Alessandro (Iv). A tal proposito, aggiunge, “si tenga conto del fatto che in soli 3 mesi di emergenza Covid-19, l’Inps ha dovuto gestire integrazioni salariali che hanno riguardato oltre 5 milioni e mezzo di lavoratori, per oltre 2 miliardi di ore di cassa integrazione, ossia un numero di ore pari a oltre 7 volte quelle autorizzate in tutto l’arco del 2019”.

E necessario creare un sistema di sostegno al reddito in costanza di rapporto che sia universale, ossia in grado di inserire in un meccanismo assicurativo tutte le imprese e i lavoratori ma che – al contempo – permetta di valorizzare differenze e specificità di aziende e settori produttivi”. Così la ministra Catalfo, rispondendo al Quesito Time alla Camera dei deputati. L’obiettivo è arrivare a una riforma degli ammortizzatori sociali “nel più breve tempo possibile”.

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