Facebook si è accordata, nell’ambito di una causa legale, per pagare 52 milioni di dollari destinati a compensare i moderatori di contenuti, traumatizzati dalle immagini violente che hanno dovuto vedere nell’ambito del proprio lavoro per il social. L’accordo, presso un tribunale californiano, arriva a seguito di una class action intentata contro Facebook nel 2018, e riguarda 10mila attuali ed ex moderatori di contenuti impiegati da aziende ingaggiate dal colosso di Mark Zuckerberg..
Nella causa collettiva si sostiene che i moderatori – cioè le persone chiamate a visionare, e in caso a eliminare dalla piattaforma, i contenuti non consentiti – sono soggetti a traumi psicologici a causa della ripetuta esposizione a immagini violente, come abusi sessuali su minori, decapitazioni, terrorismo, crudeltà sugli animali, stupri e omicidi. Tutti i querelanti della class action riceveranno un minimo di mille euro, e fino a un massimo di 50mila euro in caso di diagnosi sulla salute mentale, ad esempio per disturbo da stress post-traumatico. Facebook – riferisce lo studio legale Joseph Saveri – ha anche acconsentito ad adottare misure per offrire supporto e consulenza ai moderatori.
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